Prima di proseguire, definiamo che cosa intendiamo per inquinamento luminoso e per inquinamento ottico.
Per inquinamento luminoso in senso stretto si intendono gli effetti della dispersione nel cielo notturno di luce prodotta da sorgenti artificiali. Di solito si tratta di impianti di illuminazione esterna notturna ma in alcuni casi l'inquinamento luminoso può essere prodotto anche da illuminazione interna, ad esempio l'illuminazione di vetrine.
Figure 1.1: Inquinamento luminoso. (foto Luigi Boschian, San Canzian d'Isonzo (GO); Posa 10 sec con Ektachrome 400 e ob. F1.4 presso Ronchi dei Legionari).
L'inquinamento ottico è prodotto da quella luce, dispersa da una  
sorgente artificiale, che illumina direttamente un area o un  
soggetto che non è richiesto di illuminare. Il disturbo prodotto  
dall'inquinamento ottico è diverso dal concetto di 
abbagliamento. Quest'ultimo, ben noto  agli ingegneri  
dell'illuminazione, è il disturbo prodotto dalla luce dispersa  
da una sorgente artificiale che colpisce direttamente un soggetto  
che però è utente dell'impianto di cui fa  
parte
 la sorgente. In questo caso il disturbo è legato  
al rapporto tra l'intensità della luce che arriva direttamente  
al soggetto dalla sorgente e quella che gli arriva dalla  
superficie illuminata dall'impianto. Invece nel caso  
dell'inquinamento ottico il soggetto non è utente dell'impianto,  
quindi il disturbo è legato al valore assoluto dell'intensità  
della luce che arriva dalla sorgente. Ad esempio, è  
abbagliamento il disturbo prodotto agli atleti dai proiettori che  
illuminano un campo sportivo, ma è inquinamento ottico il  
disturbo prodotto dagli stessi proiettori 
ad una persona che passeggia in un viottolo buio di campagna. 
Il disturbo prodotto dai fari di un'automobile al guidatore di un  
auto che procede in senso opposto si considera abbagliamento 
perché, anche se in senso stretto l'utente dei fari è solo il  
guidatore di quella automobile, in pratica si assume che entrambi  
i guidatori siano utenti del sistema composto dai fari di tutte  
le automobili e della eventuale illuminazione della strada.
In generale è inquinamento luminoso qualunque alterazione della quantità naturale di luce presente di notte nell'ambiente esterno, al di fuori dagli spazi che è necessario illuminare, e dovuta ad immissione di luce di cui l'uomo abbia responsabilità. Perciò è compreso nel concetto di inquinamento luminoso l'inquinamento ottico. Produce inquinamento luminoso qualunque dispersione di luce nell'ambiente, sia da parte delle sorgenti di luce che da parte delle superfici illuminate, ivi compresa la dispersione di luce prodotta per altri scopi che non l'illuminazione esterna e in altro modo, inclusa la luce prodotta da sorgenti naturali ma di cui l'uomo abbia responsabilità. Produce altresí inquinamento luminoso l'immissione volontaria ma ingiustificata di luce nell'ambiente. Si devono considerare dovuti all'inquinamento luminoso, ad esempio, anche i disturbi all'accrescimento delle piante prodotti dalla luce che illumina le aree verdi ai bordi degli svincoli autostradali. Tutto l'inquinamento luminoso che non sia motivato da ragioni di sicurezza e necessità dovrebbe essere il più possibile evitato.