L'apertura equivalente è un concetto che serve a rendere  
immediatamente intelligibile al pubblico l'effetto della  
luminosità del cielo sulla resa degli strumenti di un  
osservatorio astronomico. Considerando che l'aumento della  
luminosità del cielo rispetto il livello naturale provoca un  
peggioramento del rapporto segnale-disturbo, Crawford (1992) 
assume che una luminosità del cielo k volte maggiore di quella  
naturale richieda un telescopio di area k volte maggiore per  
mantenere lo stesso rapporto segnale-disturbo quando il segnale  
è debole (a parità di tempo di integrazione). Quindi se la luminosità del cielo è k volte quella  
naturale, un telescopio si comporta come se avesse uno specchio con un area  
equivalente k volte più piccola ma un cielo non illuminato. L'apertura  
equivalente, cioè il diametro dell'area equivalente, è quindi  
 volte più piccola. Il costo di un  
osservatorio in genere cresce con l'apertura dello  
specchio del telescopio, perché con essa crescono le dimensioni dell'edificio, quelle della cupola, le necessità della strumentazione, ecc. Crawford (1992) stima che il costo di un osservatorio sia approssimativamente proporzionale all'apertura elevata alla 2.7. Questo significa che se la luminosità del cielo cresce di un fattore k , il  
valore dell'osservatorio scende di 
 e la  
percentuale del denaro speso per costruirlo che viene sprecata è: 

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